
Di regola, quando si affrontano temi legati al bullismo o cyberbullismo, si tende a considerare la figura della vittima e la sua tutela e la posizione del responsabile e la sua risocializzazione e punizione.
Tale visione però è limitata in quanto non prende in considerazione un altro elemento caratterizzante gli episodi vessatori, ovvero la presenza degli spettatori (i bystanders appunto), di norma indifferenti se non inconsapevolmente complici, i quali di fronte all'episodio bullizzante al quale assistono o di cui vengono a conoscenza, preferiscono disinteressarsi.
Di norma si tratta di ragazzi che pur assistendo ad episodi di bullismo, decidono di non intervenire, rafforzando indirettamente la condotta del bullo.
I bystanders possono assumere diverse caratteristiche
A volte si tratta di un soggetto che è amico della vittima ma non interviene per paura di diventare a sua volta oggetto di atti vessatori. In tale contesto il soggetto o si allontana dall'amico per paura di diventare a sua volta vittima, o resta amico ma non interviene, lasciando di fatto la vittima isolata.
Se invece la vittima è sconosciuta, capita che lo spettatore si immedesimi nella massa e quindi ne condivide gli atti: condivide sui social le prese in giro, o alimenta le offese, muovendosi con il gruppo, un po' per paura di isolarsi, un po' per sentirsi parte del gruppo sociale. In tale situazione lo spettatore non empatizza con la vittima, di solito sconosciuta, ma neppure si rende conto di poter essere lui stesso la prossima vittima sconosciuta.
C'è poi il soggetto che pur non offendendo direttamente offre ai bulli informazioni per denigrare la vittima. Tale comportamento è finalizzato all'accettazione nel gruppo dei bulli.
Altro tipo di spettatore è colui che avendo subito in passato atti di violenza, non interviene per paura di essere di nuovo bersagli dei bulli.
Infine c'è il soggetto che tende a giustificare il comportamento dei bulli come scherzi di poco conto, minimizzandone i comportamenti.
Questi sono solo alcuni esempi di comportamenti tipici dei bystanders, da cui si comprende che il punto di partenza è la mancanza di coraggio nell'affrontare le situazioni, prendendo le parti della vittima.
Occorre quindi fare uno sforzo educativo a tutti i livelli, in famiglia, a scuola, nelle associazioni sportive e non, volto ad insegnare il rispetto del più debole e la denuncia del prepotente.
L'eroe isolato che denuncia ma poi viene lasciato solo non serve a nulla, serve una riscoperta della collettività che fa da scudo al malcapitato di turno.
Non bastano le belle parole di dolore quando un ragazzino si toglie la vita perchè vittima di bullismo, ma serve un grande impegno per far capire che nessuno è immune dal bullismo, e tutti possiamo diventare bersaglio di vessazioni, ma che esiste una rete di persone pronte e sostenere la vittima di turno.
I bystanders, appunto, che invece di rimanere in silenzio alimentando il bullo, si spostano verso la vittima proteggendola.
Dobbiamo impegnarci ad educare i giovani a cambiare rotta.
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